Chakra

Chakra è una parola che viene dal sanscrito, antica lingua parlata dalle popolazioni indiane dell'Asia e utilizzata anche per redigere i testi più datati della loro letteratura, i Veda. Chakra in sanscrito significa ruota, circolo, e disco solare, ed è un attributo del dio hindu Vishnu.

Secondo lo yoga, nell'essere umano esistono 74 punti vitali (i chakra, per l'appunto) situati tra il corpo etereo e l'involucro carnale, la cui attivazione permette di acquisire certe capacità fisiche, raggiungere l'equilibrio mentale e finalmente arrivare a risvegliare la coscienza. I chakra per questo motivo sono associati ai differenti aspetti dell'uomo (mentale, emozionale, etereo...) e collegati tra loro attraverso una serie di canali denominati Nadi, delle vere e proprie autostrade energetiche.

All'interno di questo insieme esistono i 7 chakra basici o principali, che si distribuiscono dalla parte più bassa della colonna vertebrale, dove si trova la kundalinî (un'energia aggrovigliata a forma di serpente, che si deve risvegliare) fino alla parte più alta della testa (dove l'energia è pienamente sviluppata).

L'energia scorre attraverso questi canali con movimenti ascendenti e discendenti, formando una specie di spirale, girando come una ruota. Di questi sette chakra l'inferiore e il superiore sono semplici, mentre i rimanenti cinque sono composti da una parte anteriore e il suo corrispondente posteriore.

Ovviamente non sono visibili a occhio nudo e nemmeno attraverso una radiografia, proprio perché sono composti di energia e non di materia.

I chakra sono infatti situati nel nostro corpo sottile, che nella tradizione dell'hatha yoga è un campo di energia che convive con il nostro corpo fisico. È composto da organi eterici che hanno un loro corrispondente organo fisico, ad esempio il fegato o il cuore. Il corpo sottile conferisce vitalità all'intero organismo e i cambiamenti a livello fisico vengono avvertiti immediatamente come variazioni energetiche nel corpo eterico.

A cosa servono i chakra

Ufficialmente la funzione principale dei chakra è assorbire l'energia universale (chiamata prana nello yoga e qi nella medicina cinese), metabolizzarla e alimentare i differenti aspetti dell'essere umano per irradiare energia verso l'esterno.

Più semplicemente, possiamo dire che i chakra sono centri energetici da cui dipendono diverse funzioni, non solo del corpo ma anche della psiche. Questi centri possono essere bilanciati tramite pratiche olistiche come yoga e meditazione, ma anche attraverso l'alimentazione e la cristalloterapia.


Scopriamo ora quali sono i Chakra

I° Chakra Muladhara

Posizione: Nel perineo tra l'ano e i genitali, alla base della colonna vertebrale
Funzione: Stabilità, sicurezza, fiducia in sé stessi
Colore:
Rosso
Elemento: Terra
Senso: Olfatto
Cristalli e pietre: Rubino, corallo rosso, granato, diaspro, onice nero, ossidiana
Mantra: Lam
Nota: Do
Animale: Bue, toro, elefante (associati alla terra)

Il primo chakra, anche conosciuto come chakra della radice (nome sanscrito: Muladhara), si trova nel perineo, alla base della colonna vertebrale, e controlla diverse parti del corpo come il naso, il senso dell'olfatto, il sistema linfatico, il sistema osseo, la prostata e le estremità inferiori. Gli si associano solitamente i colori rosso e nero.

In sanscrito, il suo nome significa "il supporto della base".

Governa la stabilità, la sopravvivenza e il nostro senso di sicurezza ed è solitamente bloccato dalla paura. Il suo elemento è la terra.

Le principali conseguenze dello squilibrio energetico del chakra della radice sono la timidezza, i sensi di colpa, il disagio, la paura ad affrontare la vita, la sfiducia, la distrazione, una grande dipendenza dai beni materiali, etc.

Puoi equilibrare questo chakra tornando in armonia con il suo elemento, ovvero la terra (ad esempio sperimentando la meditazione camminata), svolgendo sequenze yoga focalizzate sulla parte inferiore del corpo, curando le tue ferite emotive associate all'abbandono e alla mancata sicurezza.

Si tratta del chakra che rappresenta il sostegno di tutto il corpo (il suo nome significa appunto "il sostegno della base") e viene raffigurato come un fiore di loto dai petali scarlatti a cui è associato il colore rosso.

Il suo elemento è la terra e la fase della vita che gli viene associata è quella della prima infanzia, fortemente legata a emozioni come la sicurezza e la gioia di vivere.

La caratteristica principale di questo chakra è la sua durezza, motivo per cui gli esercizi sul Muladhara favoriscono il rafforzamento e la stabilità di tutto l'organismo, sia in senso fisico che emotivo.

Quando il primo chakra è bloccato, le conseguenze sono una forte insicurezza e apatia, insieme a una perdita dell'autostima che può portarci ad un atteggiamento scoraggiato e perennemente rassegnato nelle attività di tutti i giorni. Anche la troppa attività di questo chakra, di contro, non porta conseguenze positive: si può incorrere in rigidità mentale, ostilità verso i cambiamenti, aggressività ed un attaccamento eccessivo al denaro.
Dobbiamo dedicare particolare attenzione al Muladhara chakra quando attraversiamo periodi di forti cambiamenti, ad esempio una separazione, un trasloco, l'inizio di una nuova attività e in generale tutti gli avvenimenti che coinvolgono il nostro senso di sicurezza e stabilità.

2° Chakra Svadhisthana

Posizione: Parte inferiore dell'addome
Funzione: Sessualità, emozioni, creatività
Colore:
Arancione
Elemento: Acqua
Senso: Tatto e gusto
Cristalli e pietre: Ambra, citrino, topazio, opale
Mantra: Vam
Nota: Re
Animali: Coccodrillo, serpente, pesce, rettili


Il secondo chakra, anche conosciuto come chakra splenico o chakra sacrale (nome sanscrito: Svadhisthana), si trova nel centro dell'addome, circa due dita sotto l'ombelico, ed è collegato agli organi sessuali, il sistema riproduttore e il plesso lombare. Il colore che gli viene associato è l'arancione.

In sanscrito, il suo nome significa "la propria dimora".

Governa il piacere, la creatività e la libertà di espressione ed è solitamente bloccato dal senso di colpa. Il suo elemento è l'acqua.

Le conseguenze dello scorretto flusso energetico verso il chakra sacrale sono le repressioni sessuali, la paura al godimento, il disprezzo del sesso e blocchi energetici che limitano l'espressione della propria personalità.

Per equilibrare questo chakra puoi dedicarti ad alcuni esercizi come il nuoto, concederti lunghi bagni, docce e in generale stando a contatto con l'acqua, o ancora con balli o danze che coinvolgano movimenti e rotazioni del bacino, strettamente legati alle relazioni sessuali.

Svadhisthana è il nome del secondo chakra, anche conosciuto come chakra sacrale.
Si trova appena sotto l'ombelico, nella parte inferiore dell'addome, e proprio in virtù della sua posizione rappresenta il nostro "centro", inteso come fulcro dell'energia emozionale. Il suo nome sanscrito significa proprio "luogo favorevole", riferendosi al porto sicuro in cui custodiamo la nostra vera natura.

Si tratta del chakra che collega corpo, mente e spirito, un vero e proprio punto d'incontro tra la nostra interiorità ed il mondo esterno.
Viene raffigurato con un loto bianco con sei petali color vermiglio, all'interno del quale è inscritta una mezzaluna che rappresenta la regione presieduta dal dio Varuna.

Le caratteristiche del secondo chakra

Il suo elemento è l'acqua ed il colore che gli viene associato è l'arancione, fortemente legato alla creatività e alla libera espressione del nostro Io.
Questo Chakra è anche associato alla spontaneità, al piacere fisico ed emotivo, alla gioia, alla sessualità e all'appagamento in tutte le sue sfaccettature.

Quando il secondo chakra è bloccato, le conseguenze coinvolgono principalmente la nostra sfera emotiva: perdiamo totalmente il controllo delle nostre emozioni, diventando eccessivamente schiavi dell'istinto e della rabbia, e lasciandoci trascinare dai sentimenti negativi che ostruiscono la strada a logica e ragione. Il nostro umore diventa altalenante e spaziamo da momenti di euforia ad attimi di profonda apatia, lasciandoci andare ad atteggiamenti dannosi per noi stessi e per gli altri.
A lungo andare, l'ostruzione del chakra Svadhisthana porta a disturbi localizzati nella zona del corpo in cui si trova, quali calcoli renali, cancro genitale, problemi di fertilità ed impotenza.

Il modo migliore per mantenere aperto e bilanciato il secondo chakra è essere aperti alla creatività nella vita quotidiana, mantenere una vita sessuale sana e onorare e rispettare il nostro corpo, ma soprattutto entrare in contatto con le proprie emozioni e verificare se ci sono dei sentimenti che stiamo stiamo reprimendo, impegnandoci per elaborare quelle emozioni nel modo più sano e meno deleterio possibile.

3° Chakra Manipura

Posizione: Plesso solare
Funzione: Espansività, consapevolezza della vita, azione, volontà e piacere
Colore: Giallo
Elemento: Fuoco
Senso: Olfatto
Cristalli e pietre: Tutte le pietre gialle, in particolare la Calcite, il Citrino e il Topazio
Mantra: Ram
Nota: Mi
Animali: Ariete, simbolo del fuoco


Il terzo chakra, anche conosciuto come chakra del plesso solare (nome sanscrito: Manipura) si trova, come dice il suo nome, nel plesso solare (ovvero l'area addominale subito sotto il diaframma), è associato al colore giallo e coinvolge diverse parti del tuo corpo come la pelle, il sistema muscolare, lo stomaco, il fegato, l'intestino crasso e ghiandole e organi a livello del plesso solare. Si associa anche agli occhi, alla vista e ai muscoli del viso.

In sanscrito, il suo nome significa "la città del gioiello splendente".

Governa la forza di volontà, il potere personale e la fiducia in noi stessi ed è solitamente bloccato dalla vergogna. Il suo elemento è il fuoco.

Se il tuo chakra del plesso solare funziona male potresti avere problemi come eccesso di peso nell'addome, malattie dell'apparato digestivo, acidità, ulcere, dipendenza da stimolanti, fatica cronica, egoismo, insoddisfazione personale, senso di inferiorità, senso di colpa, dipendenza dal potere, egocentrismo, etc.

Puoi bilanciare questo chakra correndo, scaricando la tensione, cambiando abitudini noiose e rompendo la routine.

Manipura è il nome del terzo chakra, anche conosciuto come chakra del plesso solare.
Come il nome stesso suggerisce, questo chakra si trova nella zona del nostro plesso solare, ovvero tra l'ombelico e lo sterno, subito sotto il diaframma. Il suo nome in sanscrito significa "la città del gioiello splendente", in riferimento al nostro ego e alla realizzazione personale.
Il chakra Manipura è collegato infatti ai nostri sogni, desideri ed ambizioni, e governa l'accettazione di noi stessi, l'autostima e il rapporto con gli altri.
Viene raffigurato da un fiore di loto con dieci petali gialli che rappresentano le dieci nadi da cui si origina il chakra. Al centro del fiore c'è un triangolo rosso rovesciato con la sillaba Ram inscritta al suo interno.

Le caratteristiche del terzo chakra

L'elemento che rappresenta il terzo chakra è il fuoco ed il colore che gli viene associato è il giallo, fortemente legato all'energia solare e al metaforico splendore dell'autorealizzazione.
Questo Chakra è anche associato al potere personale, alla fiducia in noi stessi e in generale tutto ciò che ha a che fare con l'ego e la realizzazione dei propri obiettivi.

Quando il terzo chakra è bloccato, le conseguenze coinvolgono principalmente la nostra visione della vita: questa ci appare deludente, poco appagante, senza nessun incentivo o forte motivazione ad andare avanti. Si rischia di cadere nella depressione e nell'apatia, lasciando che il pessimismo prenda il sopravvento e stronchi sul nascere ogni volontà di cambiamento. Le persone eccessivamente timide o introverse e quelle che avvertono costantemente un senso di inadeguatezza hanno spesso problemi proprio a livello di questo chakra. Il chakra Manipura è quasi sempre bloccato in chi soffre della sindrome dell'impostore, che ci induce a pensare che ogni nostro successo sia stato causato dall'aver ingannato gli altri inducendoli a crederci migliori di ciò che siamo in realtà.

Non intervenire su un blocco del terzo chakra può portarci ad incorrere in gravi problemi di depressione ed esaurimento nervoso, e alla lunga coinvolgere anche gli organi interni associati alla regione del plesso solare, in primis il pancreas e lo stomaco, portando ad accumuli di grasso sottocutaneo e problemi di digestione.

Il modo migliore per mantenere aperto e bilanciato il terzo chakra è spendere le nostre energie per migliorare l'immagine che abbiamo di noi stessi, a partire dall'esterno (vestirci bene, curarci, praticare sport) fino alla sfera emotiva e intellettuale (riconoscere i nostri successi, tenere un diario delle cose portate a termine, porsi degli obiettivi per migliorare la propria vita). Coltivare le nostre abilità e talenti, magari iscrivendoci a qualche corso o buttandoci in un nuovo hobby che ci aiuti a distrarci, è sempre consigliabile. Un altro esercizio molto utile è quello di trovare conferme delle nostre qualità nelle parole altrui - coinvolgendo amici, familiari e conoscenti per farci aiutare ad estirpare i nostri dubbi e avere un parere esterno su come realmente veniamo percepiti da chi ci sta vicino.

4° Chakra Anahata

Posizione: Al centro del petto
Funzione: Amore, umiltà, compassione, generosità, apertura al prossimo
Colore: Verde
Elemento:
Aria
Senso: Tatto
Cristalli e pietre: Tutte le pietre verdi, in particolare Tormalina e Avventurina
Mantra: Yam
Nota: Fa
Animale: Antilope

Il quarto chakra, anche conosciuto come chakra del cuore (nome sanscrito: Anahata) si trova al centro del tuo petto e controlla il cuore, il sistema circolatorio, i polmoni, il plesso cardiaco e tutta la zona del petto. Gli si associa il colore verde.

In sanscrito, il suo nome significa "non colpito".

Governa l'amore, le relazioni, la generosità e l'empatia ed è solitamente bloccato dal dolore e dalle delusioni. Il suo elemento è l'aria.

Le conseguenze del malfunzionamento del chakra del cuore sono l'incapacità di amare, le malattie respiratorie e cardiache, l'egoismo, la disconnessione e l'isolamento.

Per equilibrare al meglio questo chakra puoi eseguire degli esercizi di respirazione completa che comportino ampie aperture pettorali, aiutare il prossimo e lavorare sull'empatia e la compassione.

Anahata è il quarto dei nostri chakra, anche conosciuto come chakra del cuore per la sua posizione adiacente al nostro organo cardiaco: si trova infatti al centro dello sterno e governa tutti gli organi e gli arti che si trovano in prossimità di questa zona, ovvero il cuore e il sistema circolatorio, ma anche i polmoni, il timo e gli arti superiori.

Il suo nome sanscrito significa "non colpito", che letteralmente sta ad indicare un suono prodotto da due elementi che non collidono tra di loro, e si riferisce all'incontro tra il plesso cardiaco e quello polmonare, dove due importanti funzioni vitali confluiscono senza intralciarsi.
Il chakra Anahata è infatti connesso ai nostri sentimenti più puri e disinteressati, come l'altruismo, l'umiltà, la fiducia, la compassione ed il perdono.
Viene raffigurato come un loto di colore verde, con dodici petali sui quali sono inscritte altrettante consonanti in sanscrito.

Le caratteristiche del quarto chakra

L'elemento che rappresenta questo chakra è l'aria, che unisce il cielo e la terra, ed il colore che gli viene associato è il verde, che rappresenta armonia e benessere.

Quando il quarto chakra è aperto ed equilibrato ne beneficiano la nostra generosità, l'apertura verso gli altri e l'empatia: siamo in grado di amare e donare tutti noi stessi senza alcun secondo fine, sentendoci equilibrati ed in armonia con il resto dell'umanità.

Al contrario, quando il chakra Anahata è bloccato, la nostra attitudine nei confronti del prossimo ne risente in maniera evidente: tendiamo a diventare diffidenti ed eccessivamente paranoici, faticando a fidarci degli altri o lasciarci andare con loro, alimentando una crescente indecisione che ci rende dubbiosi e abbattuti senza motivo. Iniziamo a temere ed evitare il più possibile le manifestazioni di affetto, non sentendoci degni di ricevere amore e ansiosi nei nostri rapporti sociali.
Anche quando il chakra è eccessivamente aperto si hanno conseguenze spiacevoli: cerchiamo di aiutare il prossimo in modo non completamente disinteressato, solo in funzione dei riconoscimenti che ne trarremmo e della loro gratitudine. Il bisogno di dare è collegato al nostro egoismo e finiamo per incolpare gli altri dei nostri insuccessi e delusioni.

Le conseguenze fisiche coinvolgono invece gli organi presieduti dal chakra, ovvero cuore e polmoni, causando problemi come pressione alta, asma, insonnia e aumentando il rischio di malattie cardiache e polmonari.

Il modo migliore per mantenere aperto e bilanciato il quarto chakra è utilizzare i cristalli ad esso associati, ovvero le pietre di colore verde (dallo smeraldo all'avventurina), durante una meditazione. È sufficiente appoggiare la pietra scelta sulla zona del cuore, mentre siamo sdraiati in posizione supina con la testa rivolta verso est, e meditare per il tempo che riteniamo necessario.

5° Chakra Vishuddha

Posizione: Al livello della gola, all'incrocio delle ossa della clavicola
Funzione: Comunicazione, apertura al prossimo, ascolto
Colore: Azzurro
Elemento: Etere
Senso: Udito
Cristalli e pietre: Tutte le pietre azzurre, in particolare il Calcedonio e la Sodalite
Mantra: Ham
Nota: Sol
Animale: Elefante

Il quinto chakra, anche conosciuto come chakra della gola (nome sanscrito: Vishuddha) si trova alla base della gola e governa il collo, la gola, le mani e le braccia. È associato anche al plesso bronchiale o cervicale e viene rappresentato con il colore azzurro.

In sanscrito, il suo nome significa "puro".

Governa l'ascolto, la comunicazione e la capacità di dire la verità ed è solitamente bloccato dalle bugie. Il suo elemento è l'etere.

Un cattivo funzionamento di questo chakra può dare luogo a problemi di voce, debolezza delle corde vocali, difficoltà nella comunicazione, malfunzionamento della tiroide e necessità di parlare molto, o al contrario paura di parlare per evitare problemi.

Come bilanciare il chakra della gola? Con rotazioni e movimenti del collo, gridando tutto quello che senti in un posto tranquillo, facendo esercizi di vocalizzazione, esercizi di canto, oppure cantando dei mantra in maniera ripetitiva e sistematica.

Vishuddha è il nostro quinto chakra, anche conosciuto come chakra della gola in quanto situato proprio in prossimità della nostra gola, per l'esattezza all'incrocio delle ossa della clavicola, con il vertice nella terza vertebra cervicale. Governa tutti gli organi che si trovano intorno a questa zona, ovvero la trachea, la gola, le corde vocali, il naso, le orecchie e le ghiandole endocrine della tiroide.

Il suo nome sanscrito significa "puro", in virtù del fatto che al suo interno l'energia corporea sgorga dal basso verso l'alto, purificandosi e prendendo forma nelle nostre interazioni più umane e sofisticate: l'ascolto e la comunicazione.
Il chakra Vishuddha è infatti connesso alle nostre facoltà espressive, alla sincerità, la diplomazia e l'espressione creativa.
Vishuddha viene rappresentato con un loto color porpora o turchese con sedici petali sui quali sono rappresentate le vermiglie sedici vocali dell'alfabeto sanscrito.

Le caratteristiche del quinto chakra

L'elemento che rappresenta questo chakra è l'etere, la celebre quintessenza ipotizzata da Aristotele, e l'energia che lo caratterizza è quella del suono, una forza invisibile ma estremamente potente. Infine il colore che gli viene associato è l'azzurro, da sempre simbolo di purezza e trasparenza.

Quando il quinto chakra è aperto ed equilibrato ne beneficiano il nostro lato creativo e le nostre relazioni sociali: siamo naturalmente portati alla crescita personale, alla comunicazione, alla partecipazione alla collettività tramite le vibrazioni positive che ci trasmette chi sta intorno a noi. Lo spazio etereo rappresenta in noi l'assenza del giudizio e ci permette di esprimerci in modo cristallino, liberi da preconcetti e pregiudizi sugli altri.

Quando al contrario il chakra Vishuddha è bloccato, a livello fisico possiamo incorrere più facilmente in infezioni alle vie respiratorie come sinusite, raffreddore, tracheite, faringite e laringite, ma anche in disturbi alla tiroide, problemi all'udito e cervicale.
Sul piano psicologico ed emotivo ci ritroviamo invece in difficoltà nell'ascolto del prossimo e nella comunicazione delle nostre idee: tendiamo a fuggire dalle interazioni sociali, a chiuderci in noi stessi e lasciarci divorare dalla timidezza, dall'introversione e da un perenne senso di inadeguatezza. Non riusciamo a riporre fiducia in noi stessi, nelle nostre idee e nelle nostre capacità, e spesso ci opponiamo al cambiamento.

Se invece il quinto chakra funziona in modo eccessivo adottiamo un atteggiamento completamente opposto: siamo vittime di irrequietezza e di eccessiva autostima, spesso ci mangiamo le parole, o ancora parliamo troppo veloce ed in modo troppo impulsivo. Veniamo percorsi da rabbia, orgoglio, fanatismo e falso senso di superiorità che ci portano a degradare i nostri rapporti con gli altri.

Gli esercizi che hanno un effetto benefico sul chakra Vishudda, sia che questo sia chiuso o eccessivamente attivo, sono principalmente tre.

Ujjayi Pranayama

Concentrati sulla gola.
Inspira ed espira profondamente attraverso il naso per 5-10 minuti. Allo stesso tempo contrai leggermente la gola di modo che il respiro suoni simile a quello di qualcuno che dorme profondamente.
Ora dirigi la tua attenzione completamente al suono del respiro nella gola. Questo modo di respirare acquieta la mente ed equilibra le emozioni.

Ujjayi Pranayama disintossica il corpo e aiuta con i problemi dell'apparato digerente (ad esempio la gastrite). Può essere utilizzato anche come primo soccorso dopo un'intossicazione alimentare. Con la pratica regolare di Ujjayi pranayama e attraverso il suo effetto sulla tiroide, la salute migliora e l'organismo si rinvigorisce. Questo esercizio di respirazione è anche molto utile per combattere la depressione.

Jalandhara Bandha

Espira, quindi posiziona le mani sulle ginocchia, inclina il corpo leggermente in avanti e premi il mento sullo sterno. Mantieni questa posizione finché ti sentirai comodo, e ogni volta che avvertirai l'impulso di inalare solleva leggermente la testa.

Attraverso Jalandhara Bandha l'afflusso del sangue alla gola viene bloccato e consente un aumento del flusso di sangue fresco quando solleviamo la testa.

Khechari mudra

Questo mudra va eseguito in contemporanea a Ujjayi Pranayama e consiste semplicemente nell'arrotolare la lingua all'indietro e collocarla sul palato molle (se possibile). Questo impedirà alla gola di seccarsi troppo durante l'esercizio

6° Chakra Ajna

Posizione: Al centro della fronte, tra le sopracciglia
Funzione: Intuizione, immaginazione, lungimiranza
Colore: Viola o indaco
Elemento: Luce
Senso: Sesto senso
Cristalli e pietre: Ametista, fluorite, labradorite, lapislazzuli, moldavite, opale, sodalite, zaffiro, zircone
Mantra: Aum
Nota: La
Animale: La simbologia non prevede un animale rappresentativo per questo chakra

Il sesto chakra, anche conosciuto come chakra del terzo occhio (nome sanscrito: Ajna) si trova al centro della fronte e governa le tempie, il plesso carotideo e ovviamente la fronte. I colori che più spesso gli si associano sono l'indaco, il blu e il viola.

In sanscrito, il suo nome significa "percepire".

Governa l'intuizione, l'immaginazione creativa e la lucidità mentale ed è solitamente bloccato dalle illusioni. Il suo elemento è la luce.

Il disequilibrio di questo potente centro energetico potrebbe causarti allucinazioni, problemi psicologici, problemi alla vista, frequenti emicranie e stati di confusione mentale.

Per equilibrare il chakra del terzo occhio puoi seguire delle meditazioni guidate, visualizzare forme geometriche semplici, massaggiare le tempie e il contorno degli occhi con movimenti circolari, o massaggiare gli occhi con le palpebre chiuse usando la punta delle dita.

Ajna è il nostro sesto chakra, anche conosciuto come chakra del terzo occhio in quanto situato proprio al centro della fronte, per l'esattezza nell'area tra le sopracciglia. Governa tutti gli organi che si trovano in prossimità di questa zona, quindi gli occhi, l'ipofisi, il sistema ormonale ed il sistema nervoso centrale, composto da cervello e midollo spinale.

Il suo nome sanscrito significa "percepire", proprio perché dal suo centro hanno origine le nostre idee, i presagi e l'intuito. Il nostro guru interiore, ovvero la nostra parte saggia e lungimirante, risiede proprio in corrispondenza di questo chakra.
Ajna è infatti connesso a tutto ciò che riguarda l'intuizione, l'immaginazione creativa, la concentrazione e la lucidità mentale.
Viene rappresentato come un fiore a due petali: solitamente su ogni petalo è inscritta una lettera in sanscrito, o in alternativa sul petalo di destra è disegnato il sole e su quello di sinistra la luna. Nel fiore è inoltre presente un triangolo con la punta rivolta verso il basso.

Le caratteristiche del sesto chakra

L'elemento che rappresenta questo chakra è la luce, fonte di energia e simbolo di conoscenza, e l'energia che lo caratterizza è quella della visione, che ci rende in grado di conoscere e interagire con il mondo. I due colori che gli vengono associati sono l'indaco e il viola, associati alla spiritualità e all'intelletto.

Quando il sesto chakra è aperto ed equilibrato ne beneficiano la concentrazione e l'intuizione, insieme alla capacità di immaginare e dar vita a concetti visivi nella nostra mente, abilità che riflette una profonda armonia interiore.
L'energia di Ajna ci rende maggiormente consapevoli della realtà che ci circonda e ci permette di conoscere noi stessi senza essere condizionati da desideri o bisogni momentanei. Siamo in grado di percepire con chiarezza il "qui ed ora" senza alcuna distorsione e capaci di elaborare idee, opinioni, discussioni e giudizi con spirito critico e razionale.

Quando al contrario il chakra Ajna è bloccato, a livello fisico possiamo incorrere più facilmente in problemi alla vista, apatia, depressione, stanchezza cronica oppure insonnia e nervosismo.
Sul piano psicologico perdiamo facilmente la memoria e ci lasciamo trasportare da pensieri fugaci, distraendoci facilmente al minimo stimolo. Siamo perennemente divorati da preoccupazioni, ansie e paure e ci convinciamo di essere inutili: veniamo colti anche dall'ossessione di misurare e controllare qualsiasi cosa, spinti dal materialismo e dalla rigidità mentale.
Il rischio più grande nel quale incorriamo è quello di smettere di sognare e perdere l'idealismo, convincendoci a rifiutare qualsiasi idea o stimolo che sia spirituale o non legato a fatti tangibili.

Se invece il sesto chakra funziona in modo eccessivo la nostra testa diventa pesante: un'instancabile attività mentale ci porta all'impazienza e all'egoismo, rendendoci arroganti ed egocentrici. La nostra ambizione prevale su ogni cosa, rendendo difficoltoso il rapporto con gli altri e portandoci ad una visione distorta del mondo e di noi stessi, creata da illusioni senza fonamento e false convinzioni.

Gli esercizi che hanno un effetto benefico sul chakra Ajna, sia che questo sia chiuso o eccessivamente attivo, sono principalmente tre.

Shambhavi Mudra (Mudra di Shiva)

Tenendo gli occhi socchiusi, guarda verso la punta del tuo naso. Allo stesso tempo, concentrati sul mantenere una respirazione normale e non forzata. Questo ti aiuterà a rilassare l'area corrispondente al chakra e dissolvere i pensieri inutili.

Khechari mudra

Arrotola la lingua all'indietro fino a quando (idealmente) la punta della lingua non tocca il palato molle. Attraverso Khechari mudra entrambe le estremità, Muladhara e Ajna, si uniscono. Khechari Mudra aiuta a controllare le emozioni, rafforza la concentrazione e ha un'influenza diretta sulla Kundalini.

Bhramari Pranayama

Siediti in ​​un ambiente confortevole con la schiena ben dritta. Tappa entrambe le orecchie con i pollici e posiziona gli indici sugli occhi chiusi. Le dita medie possono essere poggiate liberamente sui lati del naso; l'anulare e il mignolo si trovano sopra e sotto le labbra e chiudere la bocca.

Inspira profondamente e trattieni il respiro per pochi secondi. Ora premi sui lati del naso e lascia che il respiro fluisca lentamente provocando un leggero ronzio. Ripeti questo esercizio sette volte, una dopo l'altra.

Dopodiché rimani per 10-15 minuti in questa posa respirando normalmente.
Concentrati sul fluire dell'ossigeno dentro il tuo corpo e ascolta il suono interiore a livello della tua fronte.

7° Chakra Sahasrara

Posizione: Alla sommità del capo
Funzione: Consapevolezza universale o consapevolezza pura
Colore:
Viola e bianco
Elemento: Metallo
Senso: Empatia
Cristalli e pietre: Quarzo ialino, ametista, diamante
Mantra: Om
Nota: Si
Animale: Nessuno


Il settimo chakra, anche conosciuto come chakra della corona (nome sanscrito: Sahasrara), si trova in cima alla tua testa, proprio come una corona, e controlla la parte superiore della testa, il sistema nervoso e il cervello. Viene solitamente associato al colore viola oppure al bianco.

In sanscrito, il suo nome significa "loto dai mille petali".

Governa la spiritualità, la saggezza e la conoscenza trascendentale ed è solitamente bloccato dagli attaccamenti terreni. Il suo elemento è il metallo.

I problemi con questo chakra possono causare la necessità di dominare e manipolare gli altri per ottenere quello che vuoi, il fatto di voler avere sempre ragione, la prepotenza, la rigidità nella forma di pensare, un alto ego, valori materialisti, la difficoltà nel concentrarsi, la difficoltà di pensare autonomamente.

Puoi bilanciare il chakra della corona con esercizi di meditazione e in generale coltivando consapevolezza, concentrazione e nutrendo la tua parte più spirituale.

Sahasrara è il settimo dei nostri chakra, anche conosciuto come chakra della corona in quanto situato all'estrema sommità della nostra testa. Al contrario degli altri sei chakra non governa nessun organo, ma trovandosi al vertice dei nostri centri energetici è responsabile del corretto funzionamento della corteccia cerebrale e della ghiandola pineale, oltre che delle nostre più alte forme di pensiero, quali la trascendenza, la conoscenza e la spiritualità.

Il suo nome sanscrito significa letteralmente "mille volte tanto", in riferimento ai mille petali di un fiore di loto che si schiudono lentamente, metafora della nostra crescita personale e spirituale che arriva al culmine proprio in corrispondenza di Sahasrara. Il mille è inoltre un numero molto significativo nelle pratiche spirituali della cultura orientale, citato in molti scritti antichi.
Il chakra Sahasrara è infatti connesso ai nostri sentimenti più puri e disinteressati, come l'altruismo, l'umiltà, la fiducia, la compassione ed il perdono.

Sahasrara è raffigurato come un loto di colore bianco e viola dai filamenti numerosi, con "mille petali" in cui sono inscritte tutte e cinquanta le lettere dell'alfabeto sanscrito, ripetute 20 volte. Al suo interno è inscritto un triangolo e, in alcune rappresentazioni, anche il disegno di una luna piena.

Le caratteristiche del settimo chakra

L'elemento che rappresenta questo chakra è il metallo ed i colori che gli vengono associati sono il bianco, simbolo del pensiero illuminato e della purezza, e il viola.

Grazie all'energia del settimo chakra siamo in grado di arrivare alla conoscenza trascendentale, ovvero la forma più alta e pura di sapere che esista: quando Sahasrara è equilibrato ne beneficiano la nostra capacità di comprensione, la coscienza e l'apprendimento. Il pensiero si evolve e diventa puro, non contaminato, trasformandoci lentamente da osservatori a leader ed esercitando una profonda forma di consapevolezza volta trascendere le concezioni deleterie e lasciare che le cose accadano attraverso di noi.

Al contrario, quando il chakra Sahasrara è bloccato, il nostro pensiero lucido ne risente pesantemente. Sul piano fisico siamo soggetti a mal di testa, fobie, psicosi e in generale tutti i tipi di fastidi che ci distaccano dal nostro percorso di crescita personale. L'energia del settimo chakra è molto potente, perciò un suo malfunzionamento è sempre associato a disagi molto marcati.
Dal punto di vista mentale, la chiusura di Sahasrara ci porta a deviare la nostra attenzione sul materialismo piuttosto che sulla spiritualità. Diventiamo perennemente insoddisfatti e ci attacchiamo eccessivamente ai beni terreni, fuggendo tutto ciò che trascende il piano fisico. Le persone con problemi al settimo chakra hanno spesso paura della morte e rifiutano tutto ciò che non ha una spiegazione razionale.

(Fonte: www.meditazionezen.it/i-7-chakra/)

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